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Visualizzazione dei post da febbraio, 2022

Lo stress e come gestirlo

  "Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia, e qualcuno a cui raccontarla." Alessandro Baricco La frase di Alessandro Baricco penso che sia un ottimo spunto per parlare di  stress . Tutti quanti utilizziamo questa parola più volte nel corso della nostre giornate e basti pensare come, a seguito degli avvenimenti del Covid-19, l'OMS si è preoccupata subito di gestire lo stress. Ma prima di tutto, cos’è lo stress? La parola stessa  stress  ha un'origine particolare e rappresenta un cosiddetto  etimo di ritorno . Proviene dall'inglese nel quale significa  sforzo  ed ha lo stesso etimo dell'italiano  strizzare , ma deriva, attraverso il francese antico, dal latino  districtia , ovvero  oppressione . Insomma, non è proprio semplice trovare la sua origine e solo negli ultimi anni abbiamo iniziato ad usare questa parola rivolgendoci a noi stessi...Basti pensare che negli anni 50 il termine descriveva la pressione sui ponti per verificarne la resi

Come chiedere aiuto

  Sappiamo tutti che chiedere aiuto può servire per affrontare le difficoltà e sappiamo anche che ricevere una mano al momento giusto può essere utile per evitare che i problemi diventino delle vere e proprie emergenze, ma spesso è difficile agire. Quante volte di fronte ad una difficoltà si chiede davvero aiuto? Pochissime... Vediamo il  perché  di ciò ed anche alcune  strategie  per superare questi blocchi, seguendo le indicazioni della psicologa e professoressa di Stanford  Ellen Hendriksen : 1)  Paura di essere un peso.  Temiamo che chiedere aiuto levi tempo a chi può darci una mano. Partiamo dal presupposto che la persona alla quale ci rivolgiamo possa considerare l'attività come un carico indesiderato.          E' bene ricordarsi che, in primo luogo, la gente ha piacere di aiutare. Non solo rafforza i legami sociali, ma aiuta le persone a sentirsi meglio con se stesse. Nella parte più primitiva del cervello lo stesso percorso di ricompensa attivato dal cibo e dal sesso si

Stress, coping e psicologia

  Alzi la mano chi non ha mai detto " sono stressato " o meglio ancora   "che stress!!" Va bene, siamo davanti ad uno schermo e quindi nessuno alzerà la mano (spero).... ma sappiamo tutti cosa vuol dire stress? Sicuramente noi lo riconduciamo a quella sensazione fisica o mentale di spossatezza, stanchezza e tensione che proviamo a seguito di una situazione lavorativa o a un problema che dobbiamo affrontare, ma può capitare anche in risposta ad una situazione molto bella ma anche impegnativa (mai visto le future spose il giorno del matrimonio?) La psicologia, ed in particolare la  Psicologia della Salute,  ha studiato molto attentamente il funzionamento dello  Stress , il suo rapporto tra mente e corpo e le sue conseguenze sull'uomo. Uno tra questi studiosi,  Salye , dopo anni di ricerche fatte anche da colleghi definì lo stress come: "Un insieme di reazioni difensive fisiologiche e psicologiche attuate per far fronte a una minaccia o una sfida" Quindi

Instagram, i like e il rapporto tra minori e social

  La notizia è su tutti i giornali da un po' di giorni ed ormai molti lo sapranno. Su  Instagram , per alcuni utenti, non sono più visibili i  like  (i  mi   piace ) sotto ai post degli altri utenti.  Certamente è una notizia che ha una sua complessità, ma che può essere sintetizzata così: Tutti gli influencer nel panico! Tralasciando le battute, questa notizia pone un'ulteriore riflessione su quanto i social e la tecnologia più in generale abbiano rivoluzionato il nostro modo di vivere e non solo la nostra società, ma l'intera umanità ( con l'eccezione di piccole tribù situate in foreste amazzoniche o il Molise ). Questo ha comportato un grosso cambiamento degli usi, dei costumi e delle possibilità di ognuno di noi. Basti pensare che un ragazzo che nasce oggi nasce con strumenti totalmente diversi rispetto a 30/40 anni fa.  Ma cosa vuol dire essere un ragazzo nativo digitale?  Facciamo una fotografia:  Ebbene, i  nativi digitali  sono tutti i ragazzi nati con la possib

Fotografia, psicologia e psicoterapia

  Per tutti noi ormai la fotografia è diventata un ottimo strumento per immortalare qualcosa di bellissimo o qualcosa di davvero divertente da condividere  con amici amici, partner o anche conoscenti e colleghi.  Ma da quando è nata la fotografia, il fotografare ha avuto un  ruolo importante nella nostra vita, per riuscire a diffondere conoscenza e bellezza in modo sempre più dettagliato e immediato... ma cos'è la fotografia, perché  ha una sua valenza anche da un punto di vista psicologico, e perché deve rimanere importante? Fotografare un qualcosa assume il significato di vedere qualcosa da un punto di vista, dare una forma a ciò che sta accadendo, alle emozioni che si provano, all'azione che sta avendo luogo... fotografare  vuol dire  assumere ogni volta una posizione diversa  anche se si è sempre dietro ad una fotocamera. Come ha detto  Henri Cartier-Bresson: “ La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell'intuito e della spontaneità. Fotograf

Chi va dallo psicologo?

  “Bring something incomprehensible into the world!” Deleuze Chi è una persona che va da uno psicologo? Quando dico che sono uno psicologo spesso sento dire che incontra uno psicologo è “ un matto”.  Sorrido sempre quando sento quando sento quest’etichetta;  io non li ho mai visti   i matti  e sarei curioso di vederne uno. Chi incontra uno psicologo è spesso  una persona come altre ,  ma che ha un problema , (emotivo, relazionale, comportamentale) sul quale si è già interrogato ma che da solo non riesce più ad affrontare, che non sa come posizionarsi rispetto ad esso, al punto da sentire una "frustrazione” nel proprio percorso di vita. Ed è così che l’individuo, assoggettato dal problema  può avere bisogno di un aiuto di un professionista per indagare meglio la propria storia. Come poter rendere visibile prima e poi duttile il problema in questione? La capacità di riconoscere la difficoltà e i diversi punti di vista permette di assumere che non esiste un comportamento sbagliato fi

Smettere di fumare... perchè? come?

  Quali sono i danni  del tabagismo? In  Italia  circa un quarto della popolazione adulta fuma  e sono in costante aumento i giovani che  iniziano  dai  15  ai  24 anni.    Non si nasce fumatori, ci si diventa, e spesso si    compromette gravemente  la salute. L’OMS ha definito il fumo di tabacco, nei  paesi  occidentali " la prima causa di morte  evitabile ”. Ma perché si accende lo stesso la sigaretta ? Il fumo è una dipendenza e, come tale, altera la nostra percezione.    Infatti, poco dopo aver iniziato a fumare  sembra che non se ne possa più fare a  meno;  la  nicotina , elemento presente in tutte le sigarette,  modifica il funzionamento del  cervello e fa in modo che il  fumatore si  senta  rilassato,  e che l'umore migliori. Ma, più  il tempo passa,  più gli effetti apparentemente "benefici" della nicotina  diminuiscono.  Pur essendo consapevoli  degli inevitabili  danni, l’informazione non viene  recepita fino in fondo, e  ci si illude che il fumo faccia mal

La relazione medico paziente. Em-phatos come fattore terapeutico

  Quando i medici somministrano le terapie per alleviare il dolore dei pazienti, attivano nel proprio cervello delle aree cerebrali implicate nell'aspettativa di una ricompensa e nelle interazioni di tipo   empatico : è questo il risultato di una ricerca condotta da un team di studiosi americani del   Massachussetts General Hospital e del Beth Israel Deaconess Medica Center/Harvar Medical Scool . Lo studio, pubblicato su " Molecular Psychiatry ", ha infatti cercato di capire e dimostrare scientificamente cosa avviene nel cervello del medico che si prende cura dei propri pazienti, e per farlo, i ricercatori, hanno sottoposto a scanner cerebrale un gruppo di 18 medici che non erano a conoscenza dello studio. I risultati dimostrano che le  stesse regioni cerebrali  (già note per il loro coinvolgimento nella ricompensa e nel sollievo dal dolore)  attivate quando i pazienti ricevono un placebo,  quindi quando sono convinti di prendere un farmaco , si "accendono" nel

Il supporto psicologico ai pazienti oncologici

  Secondo le statistiche e le stime dell’Associazione Italiana Registri Tumori, la AIRTUM, nel nostro Paese vi sono all’anno circa 363.000 nuove diagnosi di tumore, di cui circa 194.400 (54%) fra gli uomini e circa 168.900 (46%) fra le donne. Sono esclusi da queste cifre i tumori della pelle, che hanno una diversa classificazione e identificazione. La previsione è che nel corso della vita circa una donna su 3 e un uomo su 2 si ammaleranno di tumore. La frequenza sui casi di tumore ha questa triste graduatoria: tumore della mammella (14%), tumore del colon retto (13%), della prostata (11% solo maschile) e del polmone (11%). La notizia confortante è che la mortalità è in diminuzione, sia negli uomini che nelle donne. Dietro a questi numeri ci sono uomini, donne, e poi famiglie e amici del malato che vengono coinvolti in questa malattia, e ci si sente spesso impreparati e spaventati.   E’ più frequente che i pazienti oncologici accettino subito l’aiuto psicologico, o c’è invece una sorta

Perché lo Psicologo?

Avere  il corpo “ contro ”:  ecco la frase che meglio di tante altre esprime la sensazione di chi si trova a dover fare i conti con sintomi che sembrano fatti apposta per ostacolare momenti belli o situazioni cui si tiene in modo particolare.   In pratica, delle volte fra la persona e il mondo, si frappone un sintomo . Anche se la genesi è  multifattoriale  (genetica, ambientale, emotiva), spesso sono presenti sintomi che  diminuiscono la qualità di vita  di chi ne è affetto; ciò può avere conseguenze nella vita di tutti i giorni, con sentimenti di preoccupazione, tristezza profonda, isolamento, rabbia e disperazione. Che ruolo giocano i fattori psicologici? In alcuni persone condizioni di sofferenza fisica ed emotiva protratta a lungo si intrecciano e si influenzano reciprocamente complicando la malattia e rendendo più difficile la guarigione. Cosa fare? Di solito la gestione della malattia può richiedere cure integrate con farmaci, stili di vita salutari e benessere mentale.  L’inter