Eccoci di nuovo a parlare di felicità. Nella puntata precedente abbiamo parlato del ruolo giocato dalle nostre aspettative nel renderci più o meno felici.
Avete ri-esaminato le vostre aspettative rispetto ai ruoli di genitori, figli, coniugi, amici, cittadini? Avevano bisogno di essere ridimensionate? Avete ri-adattato un po’ anche quelle professionali?Bene, allora siete sulla buona strada per essere delle persone più felici…
Ma prima - ricordate? - bisogna disattivare i meccanismi mentali generatori di infelicità. Oggi ci concentreremo su quelli che riguardano le relazioni. Infatti è bene sapere che anche gli altri possono essere un’inesauribile fonte di infelicità, a causa di meccanismi mentali relativi ai rapporti umani o di specifici atteggiamenti relazionali. Vediamone alcuni.
Il sentirsi vittime di genitori, figli, parenti, insegnanti, capi o amici. O al contrario, coltivare la fatale tendenza, frequente nelle donne, a voler salvare a tutti i costi gli altri, meglio se depressi, giocatori, alcolisti, inconcludenti. Riguardo al suo potenziale di infelicità, questo modo di rapportarsi è perfetto.
· Il confrontarsi con gli altri, spesso in modo del tutto infondato, che però riesce a demolire ai propri occhi, le qualità possedute o i successi conseguiti.
· Il non nutrire alcuna fiducia nel prossimo, anzi sentirsene continuamente minacciati, costringendosi a vivere in un costante stato di allerta.
· Il percepire le differenze di opinioni come un attacco rivolto a se stessi, facendo di qualunque conversazione un’occasione di scontro e di sofferenza.
· Il pensare che si potrà essere felici solo se il partner non ci tradirà, il figlio sarà promosso, il genitore non si ammalerà, il capo cambierà atteggiamento e così via.
La nostra felicità non si costruisce mettendola nelle mani di qualcun altro, ma si realizza soltanto partendo dall’unica cosa sulla quale esercitiamo un vero controllo: il nostro mondo interiore.
Gli atteggiamenti relazionali che abbiamo citato rendono difficile ricercare e costruire rapporti in cui sia presente uno scambio davvero arricchente, uno scambio che renda più felici. Ed è un peccato, perché le relazioni sono una delle maggiori fonti di benessere e felicità.
Ricordatevi che la felicità, più di ogni altra cosa, è contagiosa!
Questa volta il compito a casa che vi proponiamo è di valutare se, nell'elenco degli atteggiamenti relazionali sopra citati, ve ne è qualcuno che vi appartiene. Vi invitiamo quindi a fare un esame del modo in cui di solito vi relazionate nel privato o sul lavoro.
(L'articolo fa parte della serie di articoli chiamata "La ricerca della felicità" scritto insieme la Prof.ssa Teresa Giannelli per l'Associazione di promozione sociale Clelia, di Roma)
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